Museo della Cultura Rurale Prealpina
Un viaggio nella civiltà contadina
Il Museo della Cultura Rurale Prealpina, inaugurato nel settembre 2008 a compimento di un percorso iniziato oltre un decennio prima (allorché il comune acquisì un antico cascinale in località Casée, grazie al generoso lascito di padre Giacomo Piccinelli, missionario comboniano in America Latina) , è parte di una realtà ecomuseale che, non limitandosi ad essere mero contenitore di oggetti, consente la riqualificazione di un intero territorio, facendone emergere le complesse dinamiche di interazione storica tra attività antropiche e spazio abitativo.
Il paesaggio, inteso come luogo antropizzato, si manifesta pertanto come stratificazione di memorie, saperi, tradizioni,comportamenti e conoscenze tecnico-pratiche condivise, che richiedono opportuni interventi di ricupero e conservazione, al fine di evitarne la completa e definitiva dispersione. Solo adottando una simile prospettiva, è di conseguenza possibile riscoprire l'insieme degli sviluppi storici che hanno definito l'ambiente prealpino comprendendone, al contempo, i cambiamenti contemporanei.
Le Prealpi Varesine, nelle quali si inserisce il borgo di Brinzio, costituendo spesso un vero e proprio corridoio geografico tra l'irrigua pianura a sud e le Alpi e l'Europa a nord, sono andate così strutturandosi come "regione ambientale" morfologicamente aperta a contaminazioni culturali esterne. Un'area geografica che, contraddistinta da una notevolevarietà di forme paesaggistiche e naturali, fu pertanto capace di assorbire e amalgamare usi complessi del territorio. Ai rilievi collinari e montuosi, seguono pianalti diluviali e anfiteatri morenici intervallati da profonde insenature vallive, talora lacustri, che se da una parte favorirono intensi traffici mercantili, dall'altra permisero lo sviluppo di "strategie produttive miste", come l'agropastoralismo e la selvicoltura, favorite indubbiamente dalle specifiche condizioni micro-climatiche. A realtà contadine, artigiane e mercantili si sovrapposero quindi attività tipiche dell'ecosistema montano, rese possibili da continue opere di regimazione e gestione delle abbondanti risorse idriche.
La realizzazione dell'ecomuseo di Brinzio nasce perciò dal bisogno di tutelare un patrimonio paesaggistico e materiale nel quale, non solo si manifesta l'identità storica e culturale delle comunità prealpine, ma al contempo si predispongono le basi per un impiego sostenibile del territorio. Si configura dunque una nuova realtà museale che conserva e sviluppa l'idea di storia come strumento utile per progettare il futuro.
- Il logo
Il logo del Museo, ideato da Sabrina Van Hoften, s'ispira a una frase di sir Robert Baden-Powell, scrittore e fondatore del movimento degli Scout:
Nel vostro passaggio in questo mondo, che ve ne accorgiate o no, chiunque voi siate e dovunque andiate, state lasciando dietro di voi una traccia. Altri la noteranno e potranno seguirla. Può essere una traccia che li conduce al bene, ovvero può portarli fuori strada. Ciò dipende da voi. Può darsi che la vostra traccia sia marcata sugli alberi, per renderla visibile a chi vi segue, o invece può darsi che lasciate inavvertitamente delle orme peraltro riconoscibili sulla sabbia. In un caso come nell’altro, è bene ricordarsi che si lascia sempre qualche tipo di traccia; e quindi, volgendo i propri passi nella giusta direzione, potete indirizzare bene anche coloro che vi seguono. La vostra traccia è segnata da azioni, dalle frasi che dite e dalle parole che scrivete. Le azioni sono pietre miliari stabilite in modo permanente; le frasi sono soltanto orme che il tempo può alterare o cancellare; le parole scritte sono tacche coscientemente lasciate sugli alberi.
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